ROADIES SERIES
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Backstage - Capitolo 3 extra

7/7/2020

2 Commenti

 
Ciao!
Sei arrivata al terzo capitolo extra! Puoi leggerlo in fondo questo post.
Se non hai ancora letto il primo capitolo extra, lo trovi qui:
https://www.roadiesseries.com/nlev/backstage-capitolo-1-extra​
Il secondo lo trovi invece qui:

https://www.roadiesseries.com/nlev/backstage-capitolo-2-extra
Come avvenimenti si posiziona prima del libro, quindi puoi leggere tranquillamente senza spoiler. 

Capitolo 3 extra

Due anni prima
 
Il regista interrompe per l’ennesima volta l’ultima scena, con enorme frustrazione sua, mia e quella di tutti i presenti. Tranne Lana, Jessica… Amanda… non so nemmeno come si chiama la modella che hanno assunto per girare il video di “Jude”. Lei è serafica avvolta nel suo lenzuolo bianco mentre si trascina giù dalla parte sbagliata del letto, ancora. Deve solo alzarsi, lasciar cadere il lenzuolo e camminare verso una porta per poi uscire. Cosa diavolo ci sarà mai di complicato in tutto questo? Non si deve vedere il seno o la parte frontale, solo un po’ di sedere, deve essere un video musicale, per la miseria, non un porno.
Inspiro a fondo per calmarmi e volto lo sguardo verso il regista che scuote la testa sconsolato. Se non fosse l’ultima scena da girare avrei già chiamato Evan per farla sostituire. La ragazza si distende di nuovo a letto accanto a me, appoggia la testa sul mio torace nudo e infila la mano sotto il lenzuolo fin troppo vicino all’elastico dei miei boxer.
«Riesci a uscire da quella fottutissima porta senza farla vedere a tutti, questa volta?» Le domando stizzito.
Dopo dodici ore a fingere di cantare una canzone che ho amato scrivere, vorrei solo andare a casa e chiudere questa giornata che è stata lunga e pesante.
«Scusa, sono un po’ distratta.» Sghignazza come se questo per lei fosse tutto uno scherzo.
Non è il termine che avrei usato io per descriverla, ma sorvolo per non offenderla. A questa manca più di qualche neurone. Non ci abbiamo mai impiegato così tanto a registrare un video, soprattutto perché tutte le scene con la band le abbiamo girate ieri; lei deve solo camminare per la maggior parte del tempo, è sempre ripresa di schiena, non deve neppure recitare. Quanto sarà difficile camminare nella giusta direzione?
Il regista dà di nuovo il via alle riprese, la ragazza si alza, cammina verso la porta e si gira di nuovo verso la telecamera prima di uscire dalla porta. Non ci credo. Mi alzo furioso da quel maledetto letto su cui sono disteso da due ore e mi avvicino al regista che ha la faccia di uno che vorrebbe tagliarla a metà con una motosega. Giuro che l’aiuterei a nascondere il cadavere.
«Abbiamo qualcosa per questa scena finale?» Sibilo arrabbiato.
«Posso fare un montaggio con le due ore che abbiamo girato. Volevo fare una scena unica, senza montaggio, ma è impossibile.» Cerca la mia approvazione, visto che cambiamo quello che abbiamo stabilito all’inizio del video, e io non posso che essere d’accordo.
«Fammi finire questa giornata, ti prego.»
Le mie suppliche vengono esaudite quando l’uomo si alza e un sospiro di sollievo si leva tra i dieci tecnici che ci girano attorno da stamattina.
«Ok, abbiamo il materiale che ci serve. Andiamo tutti a casa» urla mentre le persone coinvolte iniziano a mettere via l’attrezzatura alla velocità della luce.
Mi avvicino alla sedia dove ho lasciato i miei vestiti e mi rivesto.
«Ma come, abbiamo già finito?» Domanda Linda… Cindy… come diavolo si chiama?
Mi volto verso di lei e me la ritrovo completamente nuda, esattamente come è uscita da quel fottutissimo letto.
«Già? Sono dodici ore che siamo chiusi qui dentro.» Sbotto esasperato.
«È talmente bello lavorare con te che non me ne sono nemmeno accorta.» Miagola.
Non è stato altrettanto piacevole per me.
«Sono felice che tu ti sia divertita. Io vado a casa» e chiamo Evan per far segnare il suo nome sulla lista nera di qualsiasi lavoro futuro.
«Se vuoi ti accompagno.» Si aggrappa ad un braccio, sensuale come poche donne ho incontrato nella mia vita. E per la prima volta da quando la nostra carriera è decollata, non ho voglia di saltare tra le lenzuola con una modella che me la serve su un piatto d’argento. Non ho mai rifiutato una scopata facile, anzi, di solito le ragazze non finiscono nemmeno la frase che mi ritrovo tra le loro gambe, ma questa volta rabbrividisco al solo pensiero.
«No, grazie, è stata una giornata pesante, preferisco riposare.»
«Ma potrei farti un massaggio, poi magari un bagno caldo assieme.» Continua con il suo attacco… sempre nuda. Ma non ha un po’ di ritegno?
«Guarda, ti ringrazio per l’offerta ma proprio non posso.»
Mi defilo di corsa, nella speranza che non esca da questo studio come mamma l’ha fatta. Da una così mi aspetterei anche questo. Max mi sta aspettando con la macchina appena fuori dall’uscita, faccio appena in tempo a salire dietro che la porta si spalanca e la ragazza si presenta senza niente addosso e imbronciata.
Max la fissa interdetto.
«Ti prego, portami via da qui.»
«Ma… è nuda?» Domanda senza riuscire a toglierle gli occhi di dosso.
«Lo so che sembra assurdo che possa scappare da questa situazione, ma ti assicuro che dopo dodici ore con una così, l’unica voglia che mi viene è quella di trasferirmi su un altro pianeta.»
Il nostro autista ridacchia divertito mentre fa retromarcia e mi porta via da questo incubo. E pensare che Evan mi ha fatto la predica perché aveva paura che non arrivassi nemmeno a pranzo prima di farmela in uno dei bagni.
*
Thomas, Michael e Simon ridono a crepapelle mentre racconto loro la mia giornata da incubo, con una birra in mano.
«Evan ci ha segregati in casa perché aveva paura che ci provassimo con lei.» Il nostro chitarrista è ormai alle lacrime.
«Voi ridete, ma io ho passato dodici ore dentro un capannone per girare scene per un totale di tre minuti e mezzo di video. Non doveva recitare, parlare, ammiccare alla telecamera o fare niente. Doveva solo rimanere di schiena e farsi riprendere.»
«Non è che l’ha fatto di proposito per stare di più con te?» Azzarda Simon.
Lo guardo storto. Mi rifiuto di credere che tutta questa farsa sia stata solo per toccarmi ad ogni sacrosanta occasione.
«Quanti anni abbiamo? Dodici? Se voleva che mi infilassi tra le sue gambe bastava dirlo. È bella da togliere il fiato, non sarebbe stato un problema. Portarmi all’esasperazione, invece, non è stata una mossa vincente.»
Michael mi allunga un’altra bottiglia di birra mentre il rumore di pugni alla porta d’entrata dell’appartamento di Thomas attirano la nostra attenzione.
«Aspetti qualcuno?» Simon incrocia lo sguardo perplesso del padrone di casa.
È l’una di notte, non possono essere i vicini di casa che si lamentano perché facciamo troppo chiasso, stiamo praticamente bisbigliando, per i nostri standard. Thomas si alza, va ad aprire ed Evan entra in casa spiritato come se fosse inseguito da un pazzo con una motosega. Ha anche abbandonato il suo completo che ha incollato addosso da mattina a sera e indossa una tuta da ginnastica. Non l’ho mai visto vestito con qualcosa di meno di una camicia e una giacca, è una visione che quasi mi destabilizza.
«Cosa diavolo hai fatto a quella ragazza?» Mi domanda serio.
Sgrano gli occhi e non rispondo.
«Si è presentata sotto casa mia dicendo che secondo lei dovete rifare l’ultima scena perché il regista ha tagliato troppo presto»
Il silenzio che cala nella stanza è quasi surreale. Guardo Evan a bocca aperta, poi poso lo sguardo sui miei compagni che sono allibiti almeno quanto me.
«È arrivata fino a casa tua? Come?»
«Non ho idea di come abbia fatto a trovare l’indirizzo. Cosa diavolo le hai fatto? Ti avevo detto di non scopartela!» Sbraita agitato, camminando nervosamente per la stanza.
«Non l’ho fatto. Ha passato l’intera giornata a farci impazzire sul set perché non ne combinava una di giusta. Abbiamo cambiato l’ultima scena del video per disperazione»
«Quindi non ci sei andato a letto?»
«Ti ha detto il contrario?» 
Cosa diavolo si è inventata quella?
«No, h inventato mille scuse che il video non sarebbe venuto bene. Pensavo che te la fossi scopata e stesse cercando una scusa per avere il tuo numero di telefono.» Il suo tono è perplesso.
«Io sono sempre dell’avviso che abbia impiegato dodici ore per un video perché voleva scoparti ma tu ti sei rifiutato» Simon suggerisce di nuovo la sua tesi che, alla luce dei fatti, non è così sconclusionata.
«Io chiamo gli avvocati. Voglio un ordine restrittivo per quella donna.» Evan afferra il telefono e si mette subito a chiamare in giro, nonostante sia praticamente notte fonda.
«Non pensavo che potessi arrivare al punto di farti proteggere l’uccello dalla polizia.» Mi prende in giro Michael tra le risate di tutti.
Lo fulmino con lo sguardo e mi passo la mano sul volto stanco. Ci mancava anche la pazza.
«Quindi? Che si fa? Io non torno a casa mia con il rischio di incontrarla ancora in giro» Afferma Evan dopo aver chiuso la conversazione.
«Suppongo dovremo fare un pigiama party come le ragazzine, ma dovrete dormire a coppie, non ho abbastanza camere per tutti.»
«Poteva finire peggio questa giornata?» Sospiro prima di scolarmi l’ultima birra.
«Dormirai con Michael» Mi fa l’occhiolino Thomas.
Ecco, appunto. Devo ricordarmi di non pormi più certe domande.
preordinalo ora
2 Commenti
Erica
7/7/2020 17:59:45

mi piace sempre di più! Grazie per l'anteprima!!!

Risposta
Erika
7/7/2020 18:02:30

Grazie a te per la risposta. Mi fa piacere che ti piaccia. Non vedo l'ora di farvelo leggere!

Risposta



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